21 MARZO, 2022
Commento di Salvatore Martinez alla Prolusione del Presidente della CEI per il Consiglio Episcopale Permanente (Roma, 21-23 marzo)
«La Prolusione del Presidente della CEI spalanca il cuore. Non possiamo tacere il grido di dolore che deriva da tanto sangue ingiustamente versato. Sono gli ultimi che ci chiedono di farlo! A noi spetta di tramutarlo in preghiera accorata e incessante e, soprattutto, di renderlo un grande moto di carità fraterna e operosa. Il male sta devastando la storia umana e non possiamo stare a guardare!“Siamo tutti fratelli” ci ricorda Papa Francesco. “Siamo interdipendenti in un’unica famiglia umana”, gli fa eco il Cardinale Bassetti nella sua Prolusione. Dinanzi ai disastri morali, spirituali, materiali seguenti a due anni di mortifera pandemia e adesso dall’orrore della guerra in Ucraina, è urgente convocarsi e mettersi insieme, senza tralasciare l’apporto di nessuno, per pianificare, organizzare e realizzare una gigantesca operazione di riparazione che veda all’opera i laici cristiani del nostro Paese, organizzati e non.Nei tempi più drammatici della storia umana lo Spirito Santo sempre provvede ai bisogni emergenti, aumentando le forze e moltiplicando la testimonianza. Occorre dare maggiore evidenza alla ricchezza di umanità di cui le nostre comunità sono dotate e così infondere coraggio e speranza nel popolo di Dio, che ama il Signore, che soffre per i poveri e per le vittime di ingiustizia, che non vuole e non deve stare a guardare».
Altri Articoli
DAL DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Il Santo Padre, ogni anno, all’inizio dell’anno, incontra gli Ambasciatori di tutto il mondo che rappresentano i rispettivi Paesi presso la Santa Sede.
Sant’Agostino d’Ippona – Padri della Chiesa
Chi avrebbe mai detto che ancora nel 2023 ci sono guerre e conflitti nei quali centinaia di migliaia di persone al giorno perdono la vita o sono date per disperse?
Inno alla Pace
Inno per baritono, coro maschile e pianoforte, composto nel 1850 dal grande compositore operista Gioacchino Rossini (1792-1868) su testo di Giuseppe Arcangeli.