Papa Francesco, al riguardo, è stato chiarissimo: “Una familiarità con il Signore senza comunità, senza il Pane, senza la Chiesa, senza il popolo, senza i sacramenti è pericolosa. La Chiesa, i sacramenti, il popolo di Dio sono concreti” (17 aprile u.s.). In altri termini: l’esperienza personale e comunitaria della fede in Dio-amore non può essere surrogata, neanche da ciò che può renderla verosimile come i social media. La tecnologia sta rifondando le nostre relazioni, ma non può riformulare il valore di un’esperienza che si fonda su un “incontro”, sempre sacramentale e carismatico insieme.
Cionostante, nel prolungato “digiuno sacramentale”, stiamo esperimentando un’inedita comunione spirituale, provando a interpretare una “conversione digitale” delle nostre prassi comunitarie. In realtà, mai come in questa stagione, ciò che era virtuale è divenuto virtuoso; i commenti dal mero gusto estetico (like, “mi piace”) hanno guadagnato un valore etico e spirituale (“mi fa bene”). Abbiamo fatto di necessità virtù”, investendo fortemente su questo “rinnovamento tecnologico”, per tenere unito il nostro popolo, per animarlo e rianimarlo spiritualmente nel tempo della prova, per consentire allo Spirito di Dio – che “è libertà” (2 Cor 3, 17) e agisce come “consolazione” (Gv 14, 16) – di liberare i cuori impauriti e di consolare quanti sono soli e nella afflizione.
E’ nata così la nostra Campagna nazionale “Io resto a casa….e prego”, incamminatasi su due binari paralleli: “Io resto a casa… e intercedo”, con una casella mail: [email protected] alla quale giungono, mediamente ogni giorno, 3.000 intenzioni di preghiera, offerte ogni sera a Dio in un’Ora santa – “Roveto Ardente” di adorazione eucaristica con animazione carismatica); e “Io resto a casa… e dono”, con l’apertura di conti correnti dedicati, per soccorrere quanti sono nel bisogno, obbedendo alla logica evangelica del necessario “obolo della vedova” con cui Dio moltiplica “i pochi pani e pesci” che abbiamo e che, come poveri, possiamo condividere. Il sito web: rns-italia.it racconta bene tutto questo.
I risultati sono stati straordinari, inimmaginabili, con un senso di gratitudine profondo espresso dalla gente, numerosissima, ben oltre i confini dei Cenacoli, Gruppi e Comunità del RnS. Se sommiamo i diversi canali social che sono stati utilizzati, nel periodo che va dal 14 marzo ad oggi, sono stati visionati per oltre 20 milioni di minuti i video trasmessi, in diretta o confezionati, con i quali abbiamo voluto raggiungere tutti, con riguardo ai cosiddetti “lontani”.
Con una collaborazione inedita di tecnici, volontari, animatori, testimoni, catechisti, evangelizzatori da tutta Italia, abbiamo dato corso a una intensa programmazione settimanale, a partire dalla Santa Messa con il Santo Padre, alle ore 07.00 del mattino, e dai momenti di preghiera proposti dalla CEI. Sono nate così le 40 ore ininterrotte di Adorazione all’inizio di ogni settimana; le Esortazioni spirituali e Adorazioni eucaristiche pomeridiane; il Rosario allo Spirito Santo, ogni sera, prima della fine della giornata; le Catechesi mattutine memoriali di padri post conciliari e del RnS; la Rubrica giornaliera: “La paura fa 90, l’amore 100!”, 100 secondi condotti dal presidente del RnS; le Catechesi bibliche, offerte a giorni alterni, curate dai membri del Comitato Nazionale di Servizio e Consiglio Nazionale; le Sessioni di “Cultura della Pentecoste”, anch’esse a giorni alterni, con il coinvolgimento di 4 Ambiti di Evangelizzazione: Giovani – Famiglie – Sacerdoti – Anziani; sessioni di Animazione della preghiera di lode e d’intercessione, guidati da équipe ben preparate o da singole famiglie; una striscia giornaliera “Party con noi”, dedicata ai bambini e ragazzi con gli Animatori dei Meeting nazionali. E poi, nella Settimana Santa, tre speciali “eventi”: una Via Crucis; una Liturgia Penitenziale; un Incontro d’Intercessione da una Cappella Covid. Un breve racconto è negli articoli che in quesgta pagina descrivono la Campagna Nazionale on line del RnS, fondata su 4 pilastri portanti: Preghiera – Testimonianza – Formazione – Evangelizzazione.
Abbiamo la responsabilità di andare avanti: le mascherine che saremo costretti a indossare lasceranno i nostri occhi liberi di guardare lontano per non perdere di vista l’uomo! L’umanità ferità dal coronavirus sarà antesignana di una fraternità ritrovata? Sarà lo “spirito della fraternità” a rendere più giuste e più vere le nostre libertà individuali e collettive? È il nostro auspicio, la nostra preghiera, il nostro impegno.
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