Festa del Lavoro 2023

1 MAGGIO, 2023

“Se l’uomo non lavora anche Dio è come disoccupato!”

Oggi, Festa del lavoro e di san Giuseppe, patrono dei lavoratori.

Sì, Dio ha bisogno del nostro lavoro per proseguire l’incessante opera di sviluppo della creazione e di progresso del genere umano.

I talenti, i carismi, l’intelligenza, la scienza, le conoscenze, le competenze, il creato, l’ambiente, le risorse che Dio ha dato a ciascuno essere umano sono dati per produrre “beni duraturi”, “beni comuni”, per sé stessi, per gli altri, per ogni generazione. E ciò vige dalla notte dei tempi!

Oggi abbiamo un’occasione provvidenziale per verificare il nostro amore per l’uomo e per la donna che, come recita la Scrittura, sono tenuti a “vivere del proprio lavoro”.

Vivrai del lavoro delle tue mani (Sal 128, 2).

Dunque, non a vivere per lavorare, ma a lavorare per poter vivere.

Il Salmista prosegue dicendo: “Sarai felice e godrai di ogni bene”. Ma quanti sono felici del proprio lavoro, se la maggior parte degli esseri umani che sono sulla terra soffrono la mancanza di un lavoro stabile, retribuito adeguatamente e in condizioni di agibilità umane, o quando, purtroppo, un lavoro non ce l’hanno o l’hanno perduto e non lo ritrovano o sono costretti allo sfruttamento pur di poter vivere?

La mancanza di lavoro e dunque di un reddito è la fonte prima di povertà.

E, non nascondiamocelo, è una delle principali motivazioni dello sfascio di una famiglia, dell’impossibilità di crearla per i giovani e della stessa denatalità.

Non regge la società, ma non regge nemmeno lo Stato se non sono assicurate le condizioni perché chi il lavoro ce l’ha non lo perda e chi non ce l’ha possa trovarlo.

E neanche la Chiesa, le comunità locali possono certo stare a guardare o a rallegrarsi di questo andazzo, dal momento che buona parte della Provvidenza di mezzi e di risorse economiche di cui si dispone vengono destinati al sostentamento di tante forme di povertà, impoverimenti e ingiustizie prodotte dalla mancanza di lavoro o di lavoro mal pagato.

Per la disonestà di alcuni, per la prepotenza di organizzazioni malavitose, per la bramosia di denaro dei più ricchi, la vita, il futuro di un Paese e delle nostre società sono compromessi nei loro diritti fondamentali.

Oggi, san Giuseppe lavoratore interceda per noi e ci insegni a non arrenderci dinanzi al male.

Come Gesù, legato al lavoro del padre Giuseppe, anche noi con la nostra operosità costruiamo la storia e mettiamo Dio al lavoro mediante il Suo Santo Spirito.

Noi siamo “il lavoro di Dio”!

Noi siamo i collaboratori dello Spirito Santo!

Noi siamo destinati a contribuire con il nostro lavoro alla costruzione di un mondo più giusto, pacificato e progredito!

Preghiamo, allora, perché Dio possa servirsi di ciascuno di noi.

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