Le Conseguenze della Guerra

25 GENNAIO, 2022

Le Conseguenze della guerra (1637-1638) è un quadro unico, sia per la composizione che per la qualità pittorica.

 Le Conseguenze della guerra (1637-1638) è un quadro unico, sia per la composizione che per la qualità pittorica. Ma, lo è sopratutto per la meravigliosa descrizione che ci ha lasciato l’autore. Rubens nel 1638 scrive la sua interpretazione del proprio quadro, in un perfetto italiano, inviando la preziosa tela al pittore Justus Sustermans, artista della corte medicea. Oggi la tela è conservata alla Galleria Palatina di Firenze.

La parola all’artista

”In quanto al soggetto egli è chiarissimo […], ma lo esplicherò con poche parole. La principale figura è Marte che, lasciando il tempio di Iano aperto (il quale ne’ tempi di pace stava serrato, secondo i costumi romani), va collo scudo e la spada insanguinata minacciando ai popoli grande rovina, curandosi poco di Venere sua dama, che si sforza con carezze e abbracciamenti a ritenerlo, accompagnata dalli suoi Amori e Cupidini. Dall’altra banda Marte viene tirato dalla furia Aletto, con una face in mano e due mostri accanto, che significano peste e fame, compagni inseparabili dalle guerra.

“Nel suolo”, continua Rubens, “giace rivolta una donna con il liuto rotto, che denota l’armonia (spezzata), la quale è incompatibile colla discordia della guerra. Sicome ancora una madre con il bambino in braccio, dimostrando che la fecondità, la generazione e la carità vengono traversate dalla guerra che corrompe e distrugge ogni cosa […]. Credo se ben ricordo […], che si troverà al suolo, di sotto i piedi di Marte, un libro qualche disegno in carta, per inferire che egli calca le belle lettere e altre galanterie[…]. Quella matrona lugubre, vestita di nigro e col vestito stracciato e spogliata delle sue gioie e d’ogni sorte d’ornamento, è l’infelice Europa, la quale già per tanti anni soffre rapine, gli oltraggi e le miserie, che sono tanto notorie ad ognuno che occorre specificarle”.

Il quadro si presenta come un evoluzione pessimista nel pensiero rubensiano rispetto al L’Allegoria della Pace. Gli anni che intercorrono tra l’esecuzione dei due quadri vedono, infatti, lo sfumare le speranze pacifiste, coltivate dell’artista anversano. Il quadro di Londra rappresenta il trionfo della Pace e l’esaltazione dei suoi benefici. Nel quadro di Firenze Marte, trainato dalla Furia, è ormai vittorioso, pronto a rilevare la sua essenza. Neanche Venere, simbolo dell’Amore, lo riesce a trattenere. L’Amore ha perso. E la guerra porta con sé le conseguenze nefaste, così finemente tratteggiate dall’artista. E anche l’Europa non può che dolersene. Messaggio di grande profondità che sarà recepito e rivitalizzato dopo tre secoli esatti (o quasi) da Pablo Picasso.

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