Messaggio in occasione della Celebrazione del X Anniversario della morte di Padre Matteo La Grua

A P. Matteo si addice senza dubbio il titolo di padre fondatore del Rinnovamento nello Spirito

A P. Matteo si addice senza dubbio il titolo di padre fondatore del Rinnovamento nello Spirito; da oggi, in Cielo, anche di patrono del RnS: per l’intensità di comprensione e di attuazione di questa corrente di grazia carismatica post conciliare, giunta in ogni angolo della terra, che è il RnS.

Dinanzi a noi giace un santo, che la storia venererà come un santo.

Un saggio e saggiatore, uno sperimentatore, un uomo dotto, che sommava sapienza teologica ad esperienza comunitaria e carismatica, che interpretava meravigliosamente il duplice profilo della Chiesa, “sacramentale” e “carismatico”, invocato dal Concilio Vaticano II.

Era capace di rendere semplici anche i gesti più rari; ordinari anche i carismi più straordinari. Ogni uomo, ogni donna che bussava al Suo cuore di padre tornava a casa amato, si percepiva come una “pietra preziosa unica”: nessuno mai respinto, tutti benedetti e spiritualmente beneficati.

Osservando P. Matteo, ricordando con nostalgia benedetta la Sua vita sacerdotale, la Sua paternità spirituale nel ruolo di responsabile e di assistente spirituale del Rinnovamento nello Spirito, una certezza affiora spontanea: Dio non vuole un cristianesimo mediocre! Il tempo in cui viviamo reclama santi. Lasciatemelo dire, con franchezza e rispetto: “se i sacerdoti fossero santi, la nostra generazione non sarebbe quello che è”.

Quanto bisogno di santi ha il nostro tempo! Di cristiani veri in un tempo finto, fatto di fiction che alienano dalla realtà e rendono il male verosimigliante al bene, confondendo e illudendo i più deboli, generando sempre più ultimi, poveri affamati di verità e di giustizia.

Persone vere, i santi, che non fanno spettacolo di sé, ma pongono con la loro vita in bella mostra Cristo e il suo Vangelo. Così è stato p. Matteo: un palcoscenico dello Spirito in cui Gesù vivo, Gesù Signore riportava vittoria.

Il Suo assillo era: “mai da soli!”. Sempre uniti, fraternamente uniti nei Gruppi e nelle Comunità, sempre docili allo Spirito Santo e al suo potere. Uniti “con corde che non possan rompersi”, come recitano le parole di un canto a Lui caro – “Stringici insieme” – in cui P. Matteo si immaginava come un ammiraglio su una barca in balia del mare in tempesta, che poi trovava la bonaccia approdando al sicuro.

E allora, grazie P. Matteo!

Grazie Ti dicono tutte le sorelle e i fratelli della Tua Comunità “Gruppo Maria alla Noce”, che hanno avuto il privilegio di servirTi ogni giorno, di accompagnarTi, di collaborare con Te, di ricevere i Tuoi insegnamenti e le Tue preghiere, di poterTi chiamare pienamente “padre”, “papà Matteo”.

Grazie Ti dice questa Città di Palermo, il Rinnovamento di questa Arcidiocesi di Palermo, beneficata dal Tuo spirito profetico, sempre all’avanguardia nel Rinnovamento in Italia e nel mondo, per i “segni e i prodigi” che qui l’amore di Dio compiva mediante il Tuo ministero.

Grazie Ti dice il Rinnovamento di questa Regione Sicilia. Mai accettasti di esserne il Coordinatore, seppure sempre primo responsabile nella creazione di nuovi gruppi e nella crescita di quelli esistenti, lasciando ai laici di assumere responsabilità ecclesiali.

Grazie Ti dice il Rinnovamento d’Italia, quanti collaborano con me nella Sede nazionale che amavi definire “la Porziuncola del RnS”, tutti i responsabili, le Comunità e i Gruppi d’Italia e di lingua italiana nel mondo, che hanno trovato in Te uno dei punti fermi, insostituibili nella formazione spirituale e pastorale, una delle voci più ascoltate, seguite e desiderate.

Nel 50esimo anno del Rinnovamento in Italia, Giubileo d’Oro che stiamo onorando con diverse iniziative memoriali in cielo gioisci con tanti altri padri che in Cielo, con Te, ci benedicono e si rallegrano per il cammino ecclesiale fin qui, insieme, compiuto.

Quanto hai sofferto per il Rinnovamento! Quante incomprensioni ecclesiali e giudizi ingiusti hai dovuto sopportare per difendere noi laici, per diffondere la nostra spiritualità carismatica, per onorare lo Spirito Santo che misteriosamente si era legato a Te in un modo potente e inconsueto.

E quanti miracoli, segni, prodigi, conversioni, vocazioni i nostri occhi hanno visto. Che grande eredità ancora ci consegni.

Nel 1997, per la mia elezione a Coordinatore nazionale, eri tu a prendere per mano me e mons. Dino Foglio, mio predecessore; due generazioni, due storie segnate da un “prima” e un “dopo” l’approvazione del nostro Statuto ecclesiale alla cui stesura Tu stesso collaborasti intensamente. E poi ancora nel 2007, per la mia elezione a Presidente nazionale, quando, di fatto, rallentavi il passo fermandoTi a Palermo, incoraggiandomi a fare sempre di più e a non arretrare, per svolgere il “ministero di precursore”, come volevi e mi ricordavi.

Ovunque andavamo, chiunque ci vedeva, pensava a noi come a Paolo e Timoteo, a Mosè e Giosuè, ad Elia ed Eliseo. E imparavo da Te, rimanevo contagiato dai Tuoi doni, ricevevo ispirazione e zelo. “La nostra amicizia proviene dallo Spirito: è salda e indissolubile”, amavi dire. Che pena, per il mio cuore, negli ultimi tempi, sentirTi dire al telefono “mi sento male; ma non Ti lascio solo, sono con Te più di prima, offro per Te la mia sofferenza”.

In ultimo una promessa che vogliamo rinnovare. il sogno di un Centro carismatico, aperto al mondo della sofferenza dedicato a Gesù Liberatore nel Fondo Margifaraci.

Negli ultimi anni della Tua vita Ti sei offerto perché questa Casa di preghiera divenisse anche una Casa di carità per ammalati, ex carcerati, poveri, vedove e persone sole. Era il Tuo chiodo fisso nel cuore. Più volte mi hai scritto e pregato di non abbandonarTi, di aiutarTi, perché questo segno nel cuore di Palermo fosse espressione di quella “Cultura della Pentecoste” affidata al RnS dal Beato Giovanni Paolo II.

La Tua eredità spirituale non vogliamo sia dispersa; il Tuo nome e la Tua opera non vogliamo siano dimenticati.

Ti amiamo, P. Matteo. Il RnS tutto Ti ama. La Chiesa tutta Ti ama.

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