6 GIUGNO, 2023
Vogliamo leggere un acuto e interessante “ragionamento sulla fede”, che illumina il mistero della Pentecoste, dando voce a un “genio matematico”, convertito al Cristianesimo, il francese Blaise Pascal (1623 – 1662).
Postumi, vennero pubblicati alcuni suoi Pensieri, considerazioni sparse di ordine filosofico e teologico, probabilmente appunti di un’opera apologetica sulla fede che la sua prematura morte non gli permise di realizzare.
Riportiamo qui i Pensieri nn. 287 – 288, nei quali Pascal elogia “i credenti ispirati dallo Spirito”, coloro che sono capaci di conoscere e di giudicare le cose secondo lo Spirito di Dio. Questi sono chiamati a rendere grazie a Dio, che “manifesta la sua sapienza” agli umili e non ai superbi.
Quelli che sappiamo esser cristiani, senza che conoscano le profezie e le altre prove, giudicano altrettanto bene quelli che ne hanno conoscenza; ne giudicano con il cuore, così come gli altri giudicano con l’intelletto. È Dio stesso che li inclina a credere e così essi sono assai efficacemente persuasi.
Riconosco che uno di questi cristiani che credono, senza prove, forse non saprebbe convincere un incredulo che dicesse altrettanto di sé. Ma quelli che conoscono le prove della religione proveranno senza difficoltà che quel credente è veramente ispirato da Dio, per quanto non lo sappia dimostrare da sé.
Avendo Dio detto, secondo le profezie (che sono veramente tali), che nel regno di Gesù Cristo avrebbe diffuso il suo Spirito sulle nazioni e che i figli, le figlie, i fanciulli della Chiesa avrebbero fatto profezie è indubitabile che lo spirito di Dio sia su questi non sugli altri.
Invece di rammaricarvi che Dio si è nascosto, rendetegli grazie per quanto si è manifestato e ancor più rendetegli grazie perché non si è manifestato ai sapienti superbi, indegni di conoscere un Dio così santo.
Due specie di persone conoscono Dio: quelli che hanno il cuore umile e quelli che amano umiliarsi, qualunque sia la loro intelligenza, elevata o modesta; o quelli che hanno sufficiente intelligenza per scorgere la verità, qualunque contrarietà abbiano nei suoi confronti.
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