Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 2023
29 GIUGNO, 2023

Auguri alla Chiesa dei martiri/testimoni, nell’abbraccio di Istituzione e Carisma

Oggi la Chiesa è in festa, ricordando il martirio dei due Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Secondo la tradizione – il pescatore di Galilea Simone, ribattezzato 𝑃𝑖𝑒𝑡𝑟𝑜 da Gesù per divenire il capo della sua Chiesa, e il rabbino persecutore dei cristiani, Saulo di Tarso, che assunto il nome di 𝑃𝑎𝑜𝑙𝑜 divenne il più grande evangelizzatore dei non credenti – furono entrambi martirizzati a Roma, negli anni 64-67.
Gesù, dopo l’effusione dello Spirito nel giorno di Pentecoste, aveva promesso: “𝐷𝑖 𝑚𝑒 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑡𝑒 𝑚𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑖” (𝑐𝑓 𝐴𝑡 1, 8 ). 𝑀𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑖: questa la parola greca che noi traduciamo con “testimoni”.
Ecco: la Chiesa abbisogna di 𝑚𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑖/𝑡𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖, di uomini e di donne pronti a dare la vita per il Vangelo di Gesù. Senza sconti di senso, di offerta di sé, di impegno controcorrente, come i Santi Pietro e Paolo.
Il 𝑚𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑒/𝑡𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑛𝑒 non si improvvisa e non improvvisa: non si fa da sé, non ha nulla da inventare, impone a se stesso e agli altri la portata crocifiggente del Vangelo di Gesù, che è stato e sempre sarà “𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑑𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒” (ricordiamo cosa disse Simeone di Gesù, nel Tempio, in Lc 2, 34).
Un Vangelo da amare e da fare amare, che il 𝑚𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑒/𝑡𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑛𝑒 conosce e serve, perché carne di Dio impastata con la propria vita, in un miscuglio originalissimo di natura umana e di natura divina, di fragilità e di grazie, di impotenza e di miracoli.
Il 𝑚𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑒/𝑡𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑛𝑒 è un uomo, una donna “fatti” dallo Spirito Santo, che si lasciano fare dallo Spirito, che lasciano fare allo Spirito.
Tornano fondamentali le parole di Gesù nel Cenacolo, luogo voluto dal Maestro per ospitare la “Pentecoste comunitaria” degli Apostoli, Maria e le donne: “𝐿𝑜 𝑆𝑝𝑖𝑟𝑖𝑡𝑜… 𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑑𝑎𝑟𝑎̀ 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑚𝑒; 𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑜𝑖 𝑑𝑎𝑡𝑒 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑎𝑛𝑧𝑎 (𝑐𝑓 𝐺𝑣 15, 26-27).
A Pentecoste, nella Piazza di Gerusalemme, questo disegno “ecclesiale” trova compimento: è li che finalmente “rinasce” Pietro il traditore; sono lì le sorgenti spirituali della conversione e della “nascita” di Paolo il persecutore.
A Pentecoste, “tradizione” e “novità”, ebraismo e paganesimo, la prima Comunità apostolica che era sorta tra gli ebrei e il mondo intero oltre ogni confine religioso e politico, cominceranno a coesistere e si riassumeranno nei due Santi Apostoli Pietro e Paolo:
il primo chiamato da Gesù-Rabbì all’inizio della sua missione terrena e richiamato da Gesù-Risorto alla fine della Sua missione terrena; il secondo chiamato da Gesù-Asceso al Cielo per essere associato agli Apostoli.
In Pietro e Paolo la Chiesa vive, nei secoli, come unità indissolubile di 𝐼𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝐶𝑎𝑟𝑖𝑠𝑚𝑎, realtà “coessenziali alla costituzione dogmatica della Chiesa” (San Giovanni Paolo II, Pentecoste 1998).
Sono i due polmoni della Chiesa, le due gambe che la reggono e la fanno avanzare nella storia.
Una Chiesa che si fa servizio (Istituzione sacramentale); una Chiesa che si fa 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑛𝑐𝑖𝑜 (Missione carismatica).
Una Chiesa che si muove nella storia con la straordinaria forza che lo Spirito imprime alla sua costituzione divina, fatta di istituzioni e di uomini e donne che godono della potenza dello Spirito, in forza della Sua effusione sacramentale e carismatica.
Oggi, la Chiesa rivive nel segno dei Santi Pietro e Paolo.
Oggi, la Chiesa gode e fruttifica nell’abbraccio dei Santi Pietro e Paolo.
Oggi, la Chiesa si lascia rinnovare dallo Spirito nel segno del 𝑚𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑖𝑜/𝑡𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑎𝑛𝑧𝑎 dei Santi Pietro e Paolo.
𝐀𝐔𝐆𝐔𝐑𝐈 𝐀 𝐓𝐔𝐓𝐓𝐈 𝐈 𝐏𝐈𝐄𝐓𝐑𝐎 𝐄 𝐏𝐀𝐎𝐋𝐎!
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